Lavoro: il modello italiano segua i migliori modelli europei

Maurizio Sorcioni
Un sì al Jobs Act arriva da Maurizio Sorcioni, esperto in analisi del mercato del lavoro e valutazione delle politiche pubbliche. Il professor Sorcioni guida Italia Lavoro Spa, agenzia del ministero che si occupa di promuovere politiche del lavoro per le categorie più deboli. «Il modello lombardo – ha valutato Sorcioni - ha rappresentato un’anticipazione del Jobs Act. Abbiamo un dispositivo di legge che è generale e affronta le tematiche in maniera globale. Con nove decreti legislativi e le prime correzioni in atto fanno sì che le condizioni ci siano. Il nostro Paese ha messo da parte per troppo tempo queste novità. Si fece qualcosa con la legge 30 e con la legge Fornero poi non esercitata del tutto.»

Per l’analista l’Italia deve seguire il modello di altri Paesi europei: «l’idea dell’agenzia nasce dai modelli europei più avanzati: Olanda, Francia e Spagna. Tutte queste agenzie hanno sviluppato degli strumenti in grado di gestire i programmi in accordo con le autonomie territoriali per portare avanti un disegno complessivo di politiche attive del lavoro e di integrazione. A queste esperienze si ispira il Jobs Act. In qualunque dei paesi europei in cui si è sviluppato un sistema di agenzie, alla base c’è il sistema informativo. Questo comune denominatore per l’Italia è critico. Se in Lombardia c’è un sistema evoluto, in gran parte del Paese non è così».

Nel nostro Paese è possibile ripercorrere i modelli vincenti attuati in altre realtà europee? «Ho visto le potenzialità dei sistemi Big Data, dove c’è un processo con informazioni tra domanda e offerta. Le condizioni ci sono, per il dispositivo di legge che prevede l’integrazione tra diversi archivi. Le esperienze europee ci insegnano di valorizzare questo patrimonio. Si può costruire una relazione più stretta tra operatori che vengono dal pubblico e privati. Nelle regioni italiane vedo modelli diversi: spero si arrivi a un modello comune».

Sorcioni, come il sindacalista Petteni, vuole far partire i processi di informatizzazione nelle attuali crisi industriali «Lo spirito della legge ha cambiato Italia Lavoro. Prima ci dovevamo rivolgere al ministero e altri enti; ora abbiamo un interlocutore unico ed è l’Anpal. Noi dobbiamo accompagnare l’agenzia su tutti i temi in cui interverrà. Italia Lavoro interviene nelle situazioni di crisi, come è stato alla Merloni. Noi organizziamo un intervento che strutturalmente si pone al servizio di un processo di soluzioni di una crisi».

Ultimo passaggio è il miglioramento della profilazione. Non bastano i quattro punti dell’attuale modello lombardo. «Secondo le stime che facciamo – ha precisato Sorcioni - il profiling non è complicato. Possiamo aggiungere qualche variabile in più delle quattro, aggiungendo anche elementi della carriera professionale dei candidati. Si possono usare più informazioni per avere una profilazione migliore. Senza è difficile che ci possa essere un diritto riconosciuto dalla Valle d’Aosta alla Sicilia».


Leonardo Marzorati

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