La chiusura del WOW Spazio Fumetto a Milano e la crisi della nona arte

Dal 15 giugno scorso il WOW Spazio Fumetto ha chiuso i battenti. Aperto nemmeno 15 anni fa in Viale Campania, nella semiperiferia orientale di Milano, questo originale museo del fumetto non è più un punto di ritrovo per appassionati o semplici curiosi.

Ne abbiamo parlato con Tino Adamo, fumettista milanese che lavora alla Bonelli Editore. Adamo un mese fa si è incontrato con il direttore dello Spazio Fumetto Luigi Bona, in occasione del direttivo dell’associazione “Gli Amici del Vittorioso”, e insieme hanno fatto il punto della situazione su questa realtà.

Qual è la situazione attuale del museo del fumetto di Milano?

Il museo è chiuso e in pessime condizioni. Entrano infiltrazioni d’acqua e va cambiato l’impianto elettrico. Il Comune 14 anni fa diede in gestione all’associazione gli spazi di viale Campania. A tutti gli inconvenienti dovevano provvedere i gestori del museo e senza importanti aiuti da parte dell’amministrazione comunale non si riusciva più a gestire l’immobile. Bona e soci pensavano a fare cultura con i pochi soldi degli incassi, organizzando mostre o visite didattiche. Cultura, non business. Prima nella nascita del WOW, quello stabile e il parco limitrofo erano luogo di spaccio, ora c’è il rischio che tornino a esserlo.

La giunta Sala, con in testa l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi, ha abbandonato lo Spazio Fumetto?

Le istituzioni milanesi hanno abbandonato le zone fuori dalle mura dei Bastioni. Sala pensa a rendere sempre più attrattivo il centro per i turisti e lascia a se stesse le periferie. Il Comune avrebbe dovuto già fare un’asta pubblica per l’immobile, ma non si è ancora fatto il bando. Probabilmente il nuovo museo del fumetto sorgerà a Monza. Il centro è sempre più tutelato, le periferie sempre più lasciate a se stesse. Per fortuna ci sono tante associazioni e reti sociali attive, come per il quartiere di Baggio, dove vivo.

Un’arte importante, che ha avuto in Milano la sua capitale italiana, per l’incuria della giunta Sala passa dall’ombra della Madonnina al vicino capoluogo brianzolo. Succederà qualcosa di simile a quanto avvenuto per la fotografia, con la chiusura dello Spazio Forma in zona Porta Lodovica. Nonostante la presenza di qualche mostra fotografica alla Fondazione Meravigli in centro, il museo della fotografia ora è in gestione al Comune di Cinisello Balsamo, che lo ospita nelle sale della bella Villa Ghirlanda.

Milano perde uno spazio dove si faceva cultura. C’erano i laboratori per le scolaresche delle scuole elementari, che contribuivano ad avvicinare il fumetto ai bambini, i lettori più reattivi per questa forma d’arte. Il WOW contribuiva tantissimo ad avvicinare i più piccoli al fumetto, trasformandoli nei lettori di domani.

Avvicinare i giovani al mondo del fumetto è molto difficile. Qual è la situazione attuale della nona arte?

Le nuove distrazioni, come smartphone e videogiochi, remano contro al fumetto. I giovani appassionati leggono quasi esclusivamente manga giapponesi. Il mondo del fumetto italiano è disastrato, soprattutto quello seriale e popolare che si vende in edicola. Ma queste ultime chiudono e nei centri piccoli spesso non ci sono più. Inoltre si legge sempre meno e le vendite crollano.

Lei lavora alla Bonelli Editore, la maggiore casa di produzione fumettistica. Com’è la situazione lavorativa di voi disegnatori e sceneggiatori?

In Bonelli siamo liberi professionisti. Il lavoro è sempre meno e parecchi di noi stanno guardando ad altre strade. Siamo tutti over 40 e i giovani lavoratori qui sono pochi. Io sono addetto alla correzione di bozze e disegno alcune storie di Zagor; ma faccio anche altro: ho scritto due romanzi e realizzo sceneggiature. Gli albi in edicola vendono sempre meno, resistono i due cavalli di battaglia Tex e Dylan Dog, ma la situazione non è per niente rosea, anche per l’età avanzata di molti lettori.

Quale futuro vede per il fumetto italiano?

Sempre meno edicole e maggior peso delle librerie. Quindi un fumetto meno seriale e più autoriale. Con costi ovviamente maggiori. Non più l’acquisto mensile e costante di un albo, ma saltuario. L’intelligenza artificiale è inoltre una nuova minaccia. Già ora sta sostituendo chi fa i layout nel cinema. A breve l’intelligenza artificiale entrerà in tutti i settori artistici, fumetto compreso e questo porterà via parecchi posti di lavoro. I fumetti non spariranno, ma ci sarà molto meno lavoro. Un dato curioso, nell’epoca in cui si sponsorizzano tanti corsi di fumetto, c’è sempre meno lavoro per i fumettisti.

Leonardo Marzorati

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