Alternanza Scuola Lavoro: perché dire sì
Si
va a scuola, ma pure al lavoro. Gli adolescenti sapranno bene di cosa
sto scrivendo, dato che, già dal passato anno scolastico, molti di
loro hanno affrontato la ormai celebre alternanza scuola-lavoro. Ma
di che si tratta? E come viene valutata?
La
legge 107/2015 stabilisce un monte ore obbligatorio, per gli studenti
delle scuole superiori dal terzo al quinto anno, per attivare le
esperienze di alternanza tra le ore passate in classe e quelle in un
ambiente di lavoro.
L'alternanza
scuola-lavoro, cominciata nell'anno 2015-16, consiste nella realizzazione di percorsi di
impiego del giovane sotto
la responsabilità della
istituzione scolastica,
sulla base di apposite convenzioni con imprese, associazioni
di categoria (Confindustria, Confcommercio, Coldiretti etc.), ed
enti
pubblici, disponibili
ad accogliere gli studenti per periodi di apprendimento in situazione
lavorativa. Queste
ore di attività non costituiscono però un rapporto di lavoro, ma
ore didattiche passate invece che in classe o in
laboratorio
dentro un ambiente lavorativo. Gli studenti possono così inserirsi
in un ambiente di lavoro per capirne
le dinamiche, i processi, ma anche i rapporti umani presenti in uno
stabilimento, negozio, ufficio.
L’alternanza
già da diversi anni è pratica comune negli istituti professionali.
A questi sono seguiti gli istituti tecnici e
dallo scorso anno anche i licei, con 200 ore dal terzo anno. Se nelle
scuole professionali le ore di alternanza sono concordate tra
l’istituzione e le tante realtà imprenditoriali dei settori
specifici, con l’ingresso nel programma dei licei si è cercato di
far conoscere ai ragazzi le attività di enti universitari,
amministrativi e di operatori culturali.
L’alternanza
non crea lavoro. Invita però le scuole a rapportarsi maggiormente
con le imprese e a creare più possibili ponti dall'istruzione al
mondo del lavoro. In più si fa conoscere un mondo anche a quei ragazzi che, proseguendo gli studi con l’università, arriverebbero
a 25 anni o più a rapportarsi con il mondo lavorativo da perfetti
neofiti. In un ambiente di lavoro si possono conoscere anche tutte le
caratteristiche che,
nel
bene o nel male, lo contraddistinguono: operatività dei gruppi di
lavoro, rapporti tra superiori e sottoposti, ma anche problemi
imprevedibili, litigi e invidie tra colleghi, frustrazioni e
difficoltà aziendali.
Il
lavoro è impegno,
se portato a termine può rafforzare l’autostima del singolo. Ma è
anche fatica, sacrificio
e a volte scontro. Ed è giusto che i più giovani, che si informano
tramite app dello smartphone
e
post di facebook, vengano a conoscenza diretta praticando le attività
di partenza di qualsiasi impresa. Quelle da cui si comincia per
crescere professionalmente.
Leonardo
Marzorati
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