El Greco, l'emozionante pittore fuori dal tempo


El Greco è un pittore senza tempo. I suoi dipinti, specie quelli della maturità, difficilmente sarebbero attribuiti da un osservatore non informato agli anni a cavallo tra il cinquecento e il seicento. Nativo di Creta, ma cresciuto artisticamente a Venezia e poi affermatosi in Spagna a Toledo, El Greco dopo anni di obli venne riscoperto alla fine del XIX secolo. Da lì diversi giganti della pittura del XX secolo attinsero dalla sua arte: gli espressionisti, Francis Bacon e molti altri.

Milano, con le eleganti sale di Palazzo Reale, rende onore a questo pittore europeo, anzi mediterraneo, che dall'isola da cui nacque innovò la pittura prima in Italia e poi in Spagna. Dall'11 ottobre all'11 febbraio la mostra “El Greco” farà conoscere a tanti appassionati d'arte e non uno dei più grandi di sempre.

Sono 41 i lavori di El Greco esposti. A questi si aggiungono opere di suoi contemporanei o di qualche decennio precedenti, da cui l'artista cretese attinse. Negli anni trascorsi nella Serenissima El Greco incontra i giganti del manierismo veneziano: Tiziano, Tintoretto, Jacopo Bassano. Alcune delle opere di questi ultimi possono essere confrontate con quelle di El Greco, per avere una perfetta idea di quanto questo pittore fosse avanti rispetto alla continua ricerca della perfezione di fine rinascimento.

El Greco nasce a Creta nel 1541 e la prima arte con cui si confronta è quella greca dell'epoca, facente parte dell'Impero Ottomano e ancora condizionata dallo stile bizantino. Nel territorio italiano, negli anni settanta del XVI secolo, El Greco frequenta Roma (e qui si imbatte nei capolavori di Michelangelo) ma è nella Repubblica Serenissima che raggiunge la maturità artistica.

Dall'ultima cena, a immagini della vita di Cristo, El Greco è un pittore cristiano che dà colore alla sua fede. Le sue tele sono impregnate di cristianesimo cattolico (siamo negli anni immediatamente successivi alla riforma luterana) ed è spesso visibile la luce divina che irraggia i santi. Il personaggio più amato da El Greco è la Vergine Maria. Le sue Madonne con gli occhi lucidi e i corpi quasi tremolanti suscita forti emozioni a chi le ammira. Stessa cosa si può dire dei tanti San Francesco. I suoi dipinti danno dignità e concretezza al poverello di Assisi.

Arrivato in Spagna, El Greco viene scartata dal re Filippo II per realizzare i dipinti dell'Escorial e finisce a Toledo, dove vivrà fino alla morte. Qui apre una sua bottega e ottiene le sue più importanti commissioni. Nei ritratti commissionati (a Milano ce ne sono due esposti) la distanza della sua arte da quella dei contemporanei è minima. Quando però il dipinto deve celebrare una scena religiosa, ecco che la sua arte fugge dal XVI secolo. Alcune sue opere come “Spoliazione”, “Battesimo di Cristo”, “Madonna con Bambino con Santa Martina e Sant'Agnese”, “Laocoonte” potrebbero essere benissimo scambiate per quadri di qualche avanguardista del novecento.

Non capito, non abbastanza perfetto e fedeli alla maniera del tempo, solo diversi secoli dopo la sua morte viene riscoperto. E da lì in poi i lavori di El Greco daranno spunti a grandi della pittura contemporanea. Proprio per questo la mostra di Palazzo Reale merita di essere visitata. Per conoscere la genialità di un uomo che realizzava con pennelli e tempere a olio dipinti di secoli avanti alla sua epoca.

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