Scultura e danza si fondono con Rodin

Danza e sculture unite in un’eccezionale mostra. Al Mudec di Milano dal 25 ottobre fino al 10 marzo 2024 è aperta l’esposizione “Rodin e la danza”. Un breve e intenso viaggio ci fa conoscere la passione per la danza del grande scultore francese Auguste Rodin. Passione ricambiata, dato che si possono ammirare movenze di danze e balli che partono dal grande lavoro del maestro francese su posizioni e movimento del corpo umano.

Le tre curatrici, Aude Chevalier, Elena Cervellati e Cristiana Natali, hanno allestito un percorso che inizia con l’Esposizione Universale di Parigi del 1900, dove Rodin assistette a inedite danze asiatiche portate nella capitale della Francia da ballerine provenienti dall’attuale Cambogia. I movimenti di queste danzatrici e i loro costumi sono esposti nella mostra, che non a caso si inserisce nel Museo delle Culture.

I capolavori di Rodin esaltano il talento dello scultore e la sua particolare attenzione agli equilibri del corpo umano. I lavoro provengono dal Museo Rodin di Parigi, che ha dato linfa vitale all’esposizione. Rodin non è nuova a personali in Italia e a Milano, ma stavolta possiamo conoscerne aspetti che ci catapultano nella vita europea di inizio XX secolo, quando in piena belle époque l’allora Occidente guardava con incanto agli usi e costumi dell’Oriente.

La prima sezione si concentra sulla “liberazione del movimento” di Rodin. I piccoli lavori dello scultore sono posizionati come se stessero sulla pellicola di un film. Altro elemento che rafforza lo studio del movimento umano è difatti l’invenzione del cinematografo. Le sculture esposte creano un originale cortometraggio, dove una ballerina dà vita ai suoi volteggi.

La seconda sezione si sofferma sull’influenza della danza cambogiana sullo scultore e su tutti quegli aspetti provenienti da Giappone ed altri paesi asiatici che fecero da fonte per le sue opere. Diversi oggetti della cultura khmer cambogiana e le piccole statue lignee birmane policrome che raffigurano i personaggi del poema epico Ramayana arricchiscono la parte centrale del percorso, come pure delle storiche fotografia delle danzatrici che tanto impressionarono Rodin. La danzatrice giapponese Hanako incantò il maestro con i suoi movimenti, diventando modella per sculture che sono esposte proprio a Milano.

Nella terza e ultima sessione la danza diventa la padrona della scena. Ma sono danze fortemente debitrici dell’opera di Rodin. Coreografi e ballerini degli ultimi decenni del XX secolo e del XXI secolo hanno preso spunto dai tanti lavori dello scultore per portare sul palco movimenti inediti e dalla potente carica artistica. Nei video proiettati spiccano i lavori di Elizabeth Schwartz, con una serie di sei coreografie che partono dai più importanti lavori di Rodin. Lo scalpello sul marmo catturò la danza più di cento anni fa. Nel corso dei decenni è stata la danza a intrappolare nei suoi movimenti le sculture di Rodin. L’eleganza e la leggerezza di entrambi elevano la spettacolarità del corpo umano.

Commenti

Post popolari in questo blog

De Nittis, il pittore della vita moderna

Francisco Goya e il suo rapporto con la ragione

Al Museo della Permanente tra la Via Crucis di Botero e i Lego