Fare esperienze all'estero dà una marcia in più
Andare
all’estero, specie in giovane età, aiuta. Fare esperienze scolastiche e
lavorative fuori dai confini nazionali è quanto di meglio si può fare per avere
una marcia in più nel mercato del lavoro e nella crescita professionale.
La
marcia aggiuntiva inizia dagli studi. L’Erasmus è l’esempio più conosciuto e
calzante. I giovani che lo hanno affrontato registrano, una volta terminati gli
studi, un tasso di disoccupazione del 23 %, circa la metà dei loro coetanei che
non hanno messo mai piede fuori dal proprio Paese per formarsi. L’Erasmus non influisce solo sugli studi e sulle
opportunità lavorative, anche le relazioni sociali e sentimentali si aprono a
nuovi orizzonti : il 33% degli studenti in movimento ha una relazione stabile
con un partner di altra nazionalità, il 27% ha incontrato la propria dolce
metà durante l'esperienza in un altro Paese. Dal 1987 sono nati circa un
milione di bambini figli di coppie Erasmus.
È
quindi importante guardare oltre l’Italia. In primis per migliorare una lingua
straniera, oggi più che mai fondamentale per agguantare posti di lavoro o per
potersi mettere in gioco nel mondo delle startup. In secondo luogo c’è il poter
vivere per alcuni mesi in una realtà differente a quella del proprio Paese e
quindi imbattersi con usi, costumi e culture differenti. Non va dimenticato che
il poter vivere lontano dalla famiglia rende maggiormente autonomi.
Il
sito www.scambieuriopei.info fa
conoscere a tutti le diverse proposte dell’Unione Europea per svolgere all’estero
progetti didattici, formativi, di tirocinio e lavorativi. Il vivere in un altro
Paese arricchisce anche le proprie relazioni sociali e quindi migliora la
propria personalità. Chi resta sempre fermo a casa rischia di restare indietro.
Per questo conviene poter dire: “arrivederci Italia”.
Leonardo Marzorati
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