Tirocini: le altre regioni seguano la Lombardia

Gianni Bocchieri
Il modello lombardo di Garanzia Giovani deve essere esteso alle altre regioni d'Italia. Il risultato regionale fa si che il programma europeo per l'occupazione giovanile sia da considerarsi estendibile a tutto il Paese. A spiegare come la Regione si è affacciata a Garanzia Giovani è Gianni Bocchieri, Direttore Generale dell'Assessorato Istruzione, Formazione e Lavoro. All'incontro conclusivo del tour di Garanzia Giovani, il dirigente regionale ha mostrato i motivi per cui il programma è stato apprezzato anche dalle parti sociali.
«I principi fondamentali del modello Lombardia – ha spiegato Bocchieri - sono tre. Il primo è la produttività nel rispondere in tempo breve. L'intervallo tra la domanda e la risposta deve svolgersi in tempi rapidi per dare dinamismo ai flussi lavorativi. Le parti sociali hanno collaborato con noi, specie sulle politiche per i tirocini. Il terzo riguarda il numero di domande dei tirocinanti: sono in media 30-40mila all'anno».
Grazie a questa profilazione, Regione Lombardia ha potuto concentrarsi sulle difficoltà che si riscontrano nella creazione di identikit dei candidati. Quando un inoccupato si presenta a un centro per l'impiego, è importante verificare al più presto delle possibili attività da somministrargli. «Concentrandoci sulla durata di attesa dei candidati – ha fatto notare Bocchieri – abbiamo notato che circa il 70% aspetta dai 3 ai 4 mesi. Nel nostro lavoro per i tirocini, abbiamo deciso di dare un rimborso a chi deve aspettare più di 3 mesi per ricevere un impiego. Si deve quindi evitare che la politica si metta a finanziare senza criterio. Le indennità di tirocinio sono state un modello che è stato poi ripreso da altre regioni».
Al termine dell'intervento non sono mancati applausi. Anche degli esponenti delle confederazioni imprenditoriali e dei sindacati, a segnale che in Lombardia i fronti opposti si sono seduti a un tavolo in nome della lotta alla disoccupazione.

Leonardo Marzorati

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