Giovani, con i social si può anche trovare lavoro
Michelangelo Tagliaferri |
Garanzia Giovani ha suscitato interesse, ma i ragazzi devono imparare a usare i social anche per motivi lavorativi, non solo per svago. E qui devono essere scuola e istituzioni a dare la prima imboccata. Il
professor Michelangelo Tagliaferri nel corso della sua carriera ha
insegnato sociologia all’Università di Bologna e all’Università
Cattolica di Milano e all’Università di Siena. Uno dei suoi ultimi
lavori è stato quello di dare un primo esito a Garanzia Giovani. I
giovani, anche se pigri e delusi ma non rassegnati, hanno in parte
continuato a dar fiducia al programma.
«Ho
osservato Garanzia Giovani – ha raccontato il professore – con
colleghi studiosi e abbiamo analizzato i numeri. I giovani hanno
carenze di formazione ma non si nascondono. Su 90 mila giovani il 10
per 100 hanno continuato con il proprio PC, intenzionalmente, a
seguire il programma. Anche se delusi da Garanzia Giovani, hanno
continuato a seguirlo».
Ma
questi under 30 come sono? Disinformati su un utilizzo professionale
social. E qui il docente universitario ha puntato il dito contro le
istituzioni. «I giovani – ha continuato Tagliaferri - non sono
capaci di usare i social media per il lavoro. Sono abilissimi a
utilizzare i social per la vita privata, ma sono ignoranti su temi
fondamentali come il lavoro. LinkedIn è un social poco usato dai più
giovani, mentre resiste il passaparola nella ricerca del lavoro.
Un'istituzione deve far si che la ricerca di un'occupazione non debba
vedere come canale principale il passaparola. Un giovane può essere
pigro, ma l'istituzione ha il dovere di dirgli: “devi fare a-b-c”».
Se
i giovani sono propositivi, un po' meno lo sono gli imprenditori.
Tagliaferri ha difatti concluso dicendo: «Tra i motivi di abbandono
del programma c'è una poca propensione al sistema digitale, ma
quello principale restano le poche aderenze delle aziende a Garanzia
Giovani. Questa è la prima volta che domanda e offerta si mettono
d'accordo. Il Vaso di Pandora è stato aperto con Garanzia Giovani. I
giovani sembrano essere d'accordo, ma vanno guidati da chi ha più
competenze».
Leonardo
Marzorati
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