I Preraffaelliti incantano Palazzo Reale

A Milano, fino al 6 ottobre, le sale di Palazzo Reale sono riservate a una delle maggiori correnti pittoriche del XIX secolo: quella dei preraffaelliti.

Nati come Confraternita nell'Inghilterra del 1848, questi giovani pittori, all'epoca poco più che ventenni, si scagliarono contro lo stile accademico, all'epoca dominato a Londra dalle tele di Joshua Reynolds.

John Everett Millais, Dante Gabriel Rossetti, William Hunt, a cui si aggiunsero Ford Madox Brown, William Trost Richards, William Morris e John William Waterhouse, decisero di chiamarsi "preraffaelliti", guardando all'arte presente prima della rivoluzione portata all'inizio del XVI secolo da Raffaello Sanziopittore ritenuto colpevole di aver "inquinato l'arte esaltando l'idealizzazione della natura e il sacrificio della realtà in nome della bellezza", e permesso gli sviluppi dell'accademismo.

La mostra di Milano ci fa conoscere questi autori, immeritatamente considerati meno, nelle narrazioni main-stream, dei loro quasi coetanei francesi impressionisti. I loro nomi, anche quello dell'italoinglese Rossetti, dicono meno all'italiano medio, rispetto a quelli altisonanti di impressionisti e post-impressionisti, le cui opere vengono ritualmente esposte nelle mostre più pubblicizzate. 

Guardate i quadri preraffaelliti e vedrete qualcosa di originale rispetto all'arte ottocentesca fino ad allora conosciuta. Originale anche perché forse, senza di loro, lo stesso impressionismo avrebbe preso una piega diversa. I maestri francesi devono molto ai loro "cugini" d'oltremanica e la mostra di Palazzo Reale ce lo fa capire. 


Ritratti, paesaggi, temi religiosi (che tornarono con coraggio in un'epoca di massoneria e ceto industriale intriso di ideali liberali e spesso anticlericali): nelle sale di Palazzo Reale ci si perde tra capolavori di ogni tipo. Le donne soprattutto, ritratte come una candida Beatrice di Dante o immacolata Laura di Petrarca, sono al centro della scena. Proprio come i grandi maestri della letteratura tardo-medievale, anch'essi precedenti, guarda caso, a Raffaello, i preraffaeliti cercarono di immortalare sulla tela l'essenza della bellezza femminile.


Come Joris Karl Huysmans sentì il dovere di tornare indietro, all'origine della società, con il suo libro "A' rebours", così, qualche decennio prima di lui, i preraffaelliti cercarono di tornare a tutto ciò che elevava l'uomo come animale culturale, dalle tragedie di Shakespeare ai temi biblici, dalla Natura fino agli eroi nazionali. 

Creare qualcosa di bello e immortale, fieri del bagaglio culturale fino ad allora acquisito. Questo è stato il lavoro dei preraffaelliti. Per questo vanno celebrati, sperando che i testi di storia dell'arte si degnino di concedere il dovuto spazio a questi pittori che hanno contribuito a cambiare l'anima degli inglesi e il corso della pittura moderna. Nell'attesa, andate a Milano e gustatevi la mostra "Preraffaelliti - Amore e Desiderio". 

Leonardo Marzorati


Commenti

  1. La miglior mostra di pittura di Milano degli ultimi 10 anni. senza dubbio

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