Salvini forte con i deboli e debole con i forti
Forte coi deboli e debole coi forti. Possiamo riassumere così
l’atteggiamento di Matteo Salvini verso l’illegalità. Di fronte a ogni
crimine commesso da uno straniero o da un italiano rom, il ministro
dell’interno aizza sui suoi profili social la folla di seguaci, non
preoccupandosi di rimuovere i commenti razzisti e intolleranti.
Il perdigiorno, spesso italiano, che all’una di notte piscia fuori da un
export-kebab non fa certo piacere ai residenti limitrofi. Un
consigliere comunale avrebbe di che lamentarsi, ma qui parliamo del
ministro dell’interno. Diversi comuni, anche a guida M5S e Pd, hanno
posto dei limiti di distribuzione degli alcolici o imposto la chiusura a
esercizi commerciali dopo una certa ora. Condivisibile o meno, si è
trattato di misure volte a evitare capannelli di gente subito fuori dal
negozio, per annullare schiamazzi notturni e bottiglie di vetro
abbandonate in strada.
Salvini vorrebbe qualcosa di simile a
livello nazionale, ma nel proporlo, furbescamente punta l’accento sul
carattere “etnico” di molti di questi esercizi. Così fomenta l’ennesimo
scontro sul noi contro loro, dove la sua numerosa platea di seguaci può
tornare a scagliarsi contro l’immigrato, dimenticandosi di altri ben più
complessi problemi. Salvini dà anche nuovo spago alla altrettanto
numerosa platea di detrattori a senso unico, pronti a urlare sul web al
razzismo e al fascismo. Quest’ultima compagine è variegata e al suo
interno purtroppo ha più visibilità quella parte che è ostile alla Lega
solo per le sue posizioni sulle questioni migratorie. Il Pd insegna:
avendo nelle tematiche economiche, lavorative e ambientali, posizioni
non così distanti dalla Lega, si attacca l’avversario puntando solo sul
tema del razzismo. Gli esiti si sono visti il 4 marzo scorso.
L’ambiente è uno dei temi su cui l’attuale governo andrebbe sfidato,
specie dopo l’accordo sul salvataggio dell’Ilva di Taranto e le
posizioni altalenanti dei 5 Stelle su Tav in Val di Susa e Tap. In
Lombardia nel solo 2018 ci sono stati 19 roghi abusivi. Si tratta
perlopiù, stando alle inchieste in corso, di rifiuti industriali
smantellati abusivamente. Sul banco degli indagati c’è la criminalità
organizzata, forte al Nord con il beneplacito di tanti industriali
“lumbard”.
Il 15 e 16 ottobre scorso, nel quartiere Bovisasca di
Milano, un vecchio deposito è andato in fiamme, insozzando l’aria
respirata in quei giorni dai milanesi. Il ministro dell’interno, sempre
attivo sui social di fronte alla piccola criminalità, davanti alle mafie
tace. Salvini ha pensato bene di non dire nulla sull’incendio di
Milano, il diciannovesimo nella Lombardia a guida Lega-Forza Italia.
Nella Regione dove dominano da anni le destre, prima con Formigoni, poi
con Maroni e ora con Fontana, la ‘ndrangheta ha avuto un radicamento
preoccupante, come tante inchieste ci hanno rivelato. Il tutto grazie
alla connivenza di industria e politica locale, questa il più delle
volte leghista e forzista. Forse per questo Salvini tace. Sa che molti
suoi compagni di partito sono finiti sotto inchiesta per collusione con
la criminalità organizzata. Quindi meglio proseguire negli attacchi
all’immigrato molesto o farsi un bel selfie in una villa sequestrata a
un boss mafioso. La lotta alla mafia al nord però è argomento difficile e
che potrebbe scoprire qualche scheletro nell’armadio.
Compito
della politica sana è di informare quei troppi cittadini che hanno
aderito alla campagna di divisione tra poveri fomentata da Salvini:
informarli che ci sono problemi più gravi, che influiscono maggiormente
sulla nostra vita, rovinandoci persino l’aria che respiriamo. E mentre
la malavita spadroneggia nel profondo Nord, troppi italiani vedono come
principale problema l’africano fuori dal supermercato che chiede
l’elemosina. Colpa di un leader leghista che, incapace, come è
comprensibile, di fermare i flussi migratori e di intraprendere dei seri
rapporti con i Paesi africani di provenienza, incrementa il suo
consenso personale con la facile caccia al negro sotto casa.
Il
cancro Salvini va sradicato proprio iniziando a mostrare le tante
lacune che la Lega ha. Così come ne hanno i loro alleati di governo
pentastellati, ieri molto attenti a segnalare infiltrazioni mafiose,
oggi più mansueti e costretti a fare da sponda alle sparate di Matteo.
La lotta alla mafia è qualcosa di complesso per tutti, a partire da quei
coraggiosi magistrati che rischiano la vita per il loro lavoro. È
complesso, ma soprattutto fondamentale. Per questo si deve mostrare
l’assoluta incapacità del leone da tastiera Salvini di affrontare un
tema serio come questo.
Leonardo Marzorati
Ho commentato il Tuo pensiero su l'On Salvini ed altri temi, ma è sparito al momento dell'invio. Secondo me era importante uno scambio di idee. Ti prego quando hai tempo di telefonarmi.Non ho la pazienza di riscriverlo, ci sono diversi spunti di riflessione che volevo portare alla Tua attenzione.Un cordiale saluto da Lorenzo
RispondiEliminaGrazie del commento. Non ho capito chi sei, quindi non posso rintracciarti: puoi lasciare o la mail o il numero? Meglio la mail, ma anche il numero per whatsapp. Grazie
EliminaLeonardo Marzorati il_male82@yahoo.it
lorenzo.fedeli40@gmail.com il telefono Te lo avevo già dato un cordiale saluto.
EliminaGrazie! Ti scrivo privatamente. Leonardo
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