Ottanta voglia di fumetto. E non solo.
Alla
fine degli anni '70 il cantautore milanese Eugenio Finardi coniò,
nella sua splendida canzone “Cuba”, il termine “riflusso” per
etichettare l'epoca in corso. Il decennio a venire lo si può
raccontare partendo da questo semplice sostantivo. Il riflusso nel
privato ha contraddistinto gli anni dal 1980 al 1989, dalla strage
della stazione di Bologna alla caduta del muro di Berlino. Si parte
con gli ultimi fuochi del fanatismo ideologico e si finisce con la
disfatta di quel socialismo reale che, nelle sue svariate formule, aveva conteso al capitalismo la supremazia mondiale.
Nella
stessa Milano di Finardi, al WoW Spazio Fumetto, fino al 1 ottobre è
in corso “Gli anni ottanta in Mostra”, dove attraverso poster,
video, gadget e molto altro, si può fare un tuffo nel penultimo
decennio del secondo millennio.
Nelle
sale dello Spazio Fumetto ci si imbatte in oggetti culto di
quell'epoca. Dai primi videogames da sala giochi, fino agli indumenti
che contraddistinsero i “paninari”. Ci sono gli spot delle allora nascenti
tv commerciali, le locandine e i trailer dei film di maggior
successo, i dischi musicali e delle precise schede introduttive per
ogni singolo anno.
Ovviamente
un capitolo a parte è dedicato al fumetto. I cartoons vivono un
momento di gloria in Italia. Nonostante il rampantismo televisivo, le
nuvole parlanti nel nostro Paese alzano la voce, con prodotti meno
ideologici e a maggior consumo, ma non per questo di minor qualità.
Sono gli anni in cui Andrea Pazienza crea il personaggio di Zanardi e
Tiziano Sclavi quello di Dylan Dog. Gli anni ottanta hanno anche
visto nascere serie decisamente innovative come Martin Mystere e
opere d'autore come il Maus di Art Spiegelman.
Chi
è cresciuto negli anni ottanta non può non aver visto qualche
cartone animato giapponese. Violenti robottoni che si scontrano nei
cieli, calciatori capaci di bucare la rete della porta con la palla,
pescatori in grado di catturare pesci enormi con una canna di bambù,
gatti spaziali, ladri imprendibili, fatine dai completi sexy ed
eroine romantiche come Lady Oscar. Il tutto condito dalle
indimenticabili sigle cantate da Cristina D'Avena.
Insomma,
al Wow c'è tutto quel che basta per fare un salto indietro di
trent'anni e vivere una buona mezz'oretta nel fascino degli Eighties.
Un po' come fece, poco più di tre decadi fa, quel Marty McFly finito
con una DeLorean nel 1955. Essendo “Ritorno al Futuro” un cult
movie del decennio in mostra, anche il giovanotto interpretato da
Michael J. Fox è presente nell'esposizione.
Un
salto nel tempo allo Spazio Fumetto diventa doveroso, soprattutto per
chi gli anni ottanta li ha vissuti, amati o detestati.
Leonardo
Marzorati
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