Buon compleanno Mudec
Le due nuove mostre che contraddistinguono i 10 anni di vita del museo sono "Travelogue. Storie di viaggi, migrazioni e diaspore" e "Dal muralismo alla street art. Mudec Invasion". Aperte al pubblico dal 20 marzo, la prima durerà fino al 21 settembre, la seconda fino al 29 giugno prossimo.
La prima esposizione, curata da Katya Inozemtseva e Sara Rizzo, racconta il viaggio, e la cornice del Mudec è lo scenario più adatto per raccontarlo. Si può viaggiare perché nomadi o per diaspore e migrazioni. Ma il viaggio può essere anche lisergico o fantastico legato a culture quali letteratura, arte, musica. Con oggetti storici, souvenir, indumenti, valigie, al Mudec ci si immedesima in chi ha dovuto lasciare la propria terra o non avendola ha dovuto cercarne una. "Travelogue" propone anche filmati sulla comunità rom e diari di viaggio con schizzi, mappe e ricordi.
"Mudec Invasion" è un'occasione unica. 10 muralisti di fama internazionale si sono trovati al Mudec e hanno dipinto 10 grandi capolavori. I murales sono esposti fino al 29 giugno, poi spariranno. Quindi occorre andare ad ammirarli al Museo delle Culture. Dalla calligrafia moderna di Luca Barcellona si passa alle tematiche ambientali del francese Zoer e dell'italiana Capo.Bianco. Il messicano Mazatl propone un viaggio metafisico as stretto contatto con la Morte, mentre l'italiano Hitnes porta un murales sulla vita con un tratto ai confini con l'acquarello. L'indiana Neethi porta a Milano, con colori accesi, i temi della devozione e del pellegrinaggio, mentre la spagnola Cinta Vidal ci immerge in una città fuori da ogni spazio, tra post moderno e surrealismo. L'argentina Agus Rucula cita il Giudizio Universale in formato souvenir, di fronte a lei c'è l'egiziana Aya Tarek con un toro simbolo del neocapitalismo. L'enorme murales "Ricordo della Memoria" del marocchino Mohammed Ghacham mostra uno scatto intimo famigliare in un interno.L'ultima sala espositiva espone una mappa di Milano con i punti in cui si trovano murales e opere di street artist che possono essere ammirati passeggiando per le vie della città, dal centro alla periferia. Nello spazio centrale del museo troviamo i pannelli con la storia dei murales, dai maestri messicani Rivera, Siqueros e Orozco ai writers dei giorni nostri, passando per le opere di regime realizzate da Mario Sironi e altri artisti nel ventennio fascista.
I muri di Milano parlano nel 2025, dal Mudec ai palazzi non più grigi ma colorati. C'è tanto da dire oggi e tocca all'arte guidare un'umanità spaesata tra guerre, catastrofi naturali, miseria e spreco, sfruttamento. Il Mudec lo fa da 10 anni e le due mostre inaugurate il 20 marzo rendono onore alla missione di questa colonna portante, per quanto giovane, della cultura milanese.
Leonardo Marzorati
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