I tesori moderni e contemporanei della Villa Reale di Milano

Villa Reale o Villa Belgiojoso Bonaparte è uno di luoghi più incantevoli di Milano. La splendida residenza neoclassica realizzata dall’architetto Leopoldo Pollack si affaccia sul Parco Montanelli, ma soprattutto secreta nel retro il suo incantevole giardino. E dentro la villa?

La Villa Reale ospita la Galleria d’Arte Moderna, comunemente detta Gam. Le sale interne seguono un percorso che proietta il visitatore nel XIX secolo. Si parte dal neoclassicismo, che ebbe come maestri il pittore Andrea Appiani e lo scultore Antonio Canova. Di Canova non si può non citare la sua “Vestale”, dolce busto in marmo di donna velata. La Gam ospita anche opere del suo acerrimo rivale, lo scultore danese Bertel Thorvaldsen. Tra le sculture più emozionanti c’è “Ismaele abbandonato nel deserto” di Giovanni Strazza.

Il neoclassicismo fa spazio al romanticismo che apre le porte al Risorgimento. In una delle incantevoli sale della villa abbiamo i ritratti di due giganti milanesi della cultura ottocentesca: Alessandro Manzoni e Antonio Rosmini. L’autore de “I Promessi Sposi” sembra scrutare con la coda dell’occhio il fondo schiena di una ninfa. Si tratta della scultura “Flora”, conosciuta anche come “Primavera”, capolavoro in marmo di Vincenzo Vela.

Alcuni quadri presenti alla Gam hanno fatto la storia dell’arte. Ci sono i tre grandi italiani che fecero fortuna a Parigi: Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis e Federico Zandomeneghi. Ci si ferma ad ammirare i dettagli dei paesaggi di Andreas Achenbach, che non mancano neppure nelle grandi tele del nostro Massimo D’Azeglio. I lineari quadri d’accademia di Francesco Hayez si scontrano con gli impressionisti alla Tranquillo Cremona. Una sala è dedicata a Giovanni Carnovali detto il Piccio, irregolare ritrattista che ha fatto storia a sé; un’altra è interamente dedicata a Gaetano Previati, maestro del simbolismo italiano. Sono due autori che grazie alla Gam possono essere riscoperti. Non deve invece essere riscoperto “Il Quarto Stato” di Giuseppe Pellizza da Volpedo, opera simbolo di un’epoca e di un ideale, recentemente tornato in Villa Belgiojoso Bonaparte dopo un decennio passato in piazza Duomo al Museo del Novecento.

E il novecento lo si sfiora anche alla Gam, grazie ai grandi quadri di Giovanni Segantini, alle sculture di Medardo Rosso e a un accenno di futurismo con Umberto Boccioni e Giacomo Balla. Un busto di Adolfo Wildt ci accompagna alla fine.

La Gam ospita anche due importanti collezioni: la Grassi e la Vismara. Grazie a queste due collezioni donate da privati, in Villa Reale possiamo imbatterci nei manifesti e negli schizzi di Toulouse-Lautrec, come in quadri realizzati da Paul Gauguin, Edouard Manet, Paul Cezanne e Pablo Picasso.

A fianco della villa c’è un edificio realizzato nell’immediato dopoguerra da Ignazio Gardella: è il Padiglione d’Arte Contemporanea. Il PAC fino al 12 febbraio prossimo ospita la temporanea “Japan. Body Perform Live”.

Sedici artisti giapponesi nati tra il 1924 e il 1987, di cui nove donne e sette uomini, con le loro avanguardie contribuiscono a farci conoscere il mondo nipponico degli ultimi decenni. A raccontare il Giappone con tele, sculture, foto e video sono i componenti dell’Associazione d’Arte Gutai. Forme astratte, scritte che ricordano la pericolosità del sesso, foto scattate immediatamente dopo un terremoto, abiti bianchi sospesi avvolti da fili neri: l’arte giapponese contemporanea ha molto da insegnarci.

Possiamo vedere una giovane Yoko Ono farsi tagliare i vestiti con un paio di forbici. La modella e artista Mari Katayama non nasconde le sue mutilazioni e riesce a essere sexy con la sua disabilità; Makoto Aida si traveste da Bin Laden ubriaco e rifugiato in Giappone e da Shinzo Abe in un discorso ultra reazionario a delle fantomatiche Nazioni Unite.

La mostra contiene anche i lavori di Igort, fumettista geniale da sempre innamorato del Giappone. L’arcipelago ricambia. Decenni fa sono stati realizzati i manga di nostri capolavori quali Divina Commedia e Libro Cuore, oggi i mangaka giapponesi si affacciano all’arte del nostro Igort.

Milano ha un capolavoro che merita di essere visitato: la Villa Belgiojoso Bonaparte. Una visita a Gam e Pac è quindi d’obbligo. Per conoscere il meglio dell’arte lombarda del XIX secolo e le nuove correnti dell’arte mondiale.

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