Il Carnevale Storico di Santhià raccontato dalla sindaca Angela Ariotti

La sindaca Ariotti durante la Colossale Fagiolata
La cittadina di Santhià, 8.000 anime nel basso vercellese, terra di risaie nella Pianura Padana, vanta il più antico carnevale del Piemonte. Con la sua Colossale Fagiolata del lunedì grasso e la sfilata dei carri in notturna, il carnevale santhiatese può distinguersi dai tanti altri carnevali storici presenti lungo la Penisola. La sindaca di Santhià Angela Ariotti ha raccontato ai microfoni di WebANTV il valore di questo incredibile carnevale.

Qual è l'impegno dell'amministrazione comunale per questo evento che è il più importante della città?

L'impegno per organizzare un carnevale di questo tipo è veramente grande. Dico questo perché il Comune, oltre a metterci un contributo di 16.000 euro all'anno che in parte viene destinato ai premi per i carri della sfilata, fa molto. L'impegno è tutt'altro e rappresenta mettere in campo la forza lavoro esterna di tutti i nostri operai, tutta la polizia locale con la viabilità che nei giorni del carnevale è totalmente bloccata. Lo deve essere con un'informazione al cittadino, specie per quelli che abitano nelle aree chiuse. La polizia locale per giorni mette in campo un'informazione di questo tipo. Poi c'è il problema dei rifiuti, con la pulizia delle strade, che deve essere un biglietto da visita per tutti i visitatori che arrivano a Santhià. Ci sono poi i camperisti in visita a Santhià nei giorni del carnevale. Sono ogni anno 300 e che necessitano di avere tutto, dai contenitori dei rifiuti per la differenziata, la viabilità anche per loro e una serie di altre informazioni per cui il Comune si mette in campo supportandoli. È un grande lavoro che il Comune fa con estrema voglia di vivere questo carnevale, che per noi è molto importante. Il carnevale è inoltre un veicolo che serve a produrre un valore aggiunto, anche finanziario, per tutte le nostre strutture: bar, ristoranti, negozi. Il carnevale fa quindi bene in un periodo storico difficile e ogni cosa che arriva a Santhià per noi è una risorsa.

Questo carnevale attiva turisti da tutto il Piemonte e anche da fuori, permette di visitare una bella cittadina. Il carnevale incentiva un turismo di giornata per la vostra città?

Sì, perché pur non essendo un posto estremamente turistico, noi abbiamo una natura che racconta i vari paesaggi. A Santhià abbiamo la prima collina con il lago di Viverone e dalla parte opposta queste grandi risaie con un panorama che crea un mare a quadretti in certi periodi dell'anno. È un qualcosa di estremamente piacevole e negli ultimi anni si è sviluppato un turismo di percorsi e pellegrinaggi, come il Cammino di Oropa e la via Francigena. Ci sono persone che tornano a visitare Santhià in altri momenti dell'anno magari portandosi a dietro anche la famiglia.

Tra le persone che partecipano al Carnevale di Santhià di sono giovani? Non c'è il rischio che certe celebrazioni, in un Paese che invecchia, si perdano o ai indeboliscano?

La presenza dei giovani è massiccia. Si parlava di anni fa di 3.000 persone che partecipavano attivamente al Carnevale. Proprio perché è un carnevale che parla di tradizioni campagnole e che ha nel suo spirito, soprattutto nella costruzione sia dei carri sia delle maschere a piedi, allegorie che pur non avendo nulla di storico ma è puro divertimento. I ragazzi che partecipano alle sfilate si divertono da impazzire. Lo rappresenta il nostro ballo, che al suono delle nostre due bande, la Banda Musicale Cittadina e il Corpo Pifferi e Tamburi, porta i ragazzi a scatenarsi.

Lei ha partecipato anni fa come maschera al Carnevale. Questo evento, con tutti i suoi volontari che si impegnano nella costruzione dei carri e nella Colossale Fagiolata, è sentito vivamente dalla cittadinanza?

Il Carnevale viene preparato mesi prima, quindi secondo me i residenti di Santhià si divertono già solo nella preparazione, anche solo ritrovandosi nelle cascine fuori paese dove i carri vengono composti. Dopodichè è anche un modo per vivere la città in tutti i suoi aspetti, dalla preparazione allo svolgimento delle sfilate. Io nel lontano 1972 ho impersonato la maschera di Majutin, che è il personaggio femminile del carnevale. Quello maschile è Stevulin, che allora venne interpretato da mio marito. Per i ragazzi e le ragazze impersonare le maschere di Majutin e Stevulin è una bella esperienza, che viene poi ricordata a distanza di tanti anni come un vivere in pieno il Carnevale.

Leonardo Marzorati

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