Milano omaggia il genio creativo di Alfredo Castelli

Alfredo Castelli ha avuto la fortuna e, soprattutto, la bravura, di lavorare divertendosi. Fumettista, nel disegno e soprattutto nella scrittura, Castelli ha navigato tra le nuvole parlanti, regalando ai lettori una serie di personaggi che hanno fatto la storia della nona arte. Il WOW Spazio Fumetto di Milano ha voluto celebrare questo artista con una mostra aperta fino al 17 settembre. Negli spazi di viale Campania è stato allestito un percorso che ripercorre tutte le creature del Buon Vecchio Zio Alfredo.

Castelli nasce Milano nel 1947 e fin da giovane inizia a creare personaggi incredibili rimasti nell'immaginario collettivo. Si parte con parodie di Diabolik (Castelli collaborò anche ad alcune storie della serie originale delle Sorelle Giussani) e strisce ironiche come quelle pubblicate dal periodico Tilt. Tra i primi personaggi spicca Zio Boris, scienziato pazzo nato dalla mente di Castelli e dalle matite di Carlo Peroni, che esordisce nel 1970 sulle pagine di Horror. Zio Boris è attorniato nelle sue strisce dalle parodie dei principali mostri del cinema dell'orrore: un vampiro, un licantropo, una specie di mostro di Frankenstein e un teschio volante. A loro si aggiunge l'imperturbabile Bloody Mary, caratterizzata da un generoso décolleté e sempre pronta a smontare con le sue freddure le idee dei suoi compari.

Castelli, concentratosi sul ruolo di sceneggiatore, ha collaborato nella sua lunga carriera con alcuni dei maggiori disegnatori del fumetto italiano. Uno di questi è Ferdinando Tacconi, con cui realizza la serie de Gli Aristocratici, quattro nobiluomini e ladri professionisti dal cuore d'oro, in grado di organizzare furti impossibili senza spargimenti di sangue e donando tutto il ricavato delle loro imprese in beneficenza.

Altri personaggi degni di nota sono Otto Kruntz e L'Omino Bufo, o il tentativo, fallito, di realizzare in versione manga giapponese alcuni capolavori della musica verdiana come Rigoletto o Aida. Per la rivista Supergulp Castelli idea Allan Quatermain, personaggio dalle fattezze dell'attore James Coburn che servirà da modello per la successiva creazione di Martin Mystère. Ed è proprio il detective dell'impossibile il personaggio più celebre dell'infaticabile creatore di fumetti.

Creato nel 1982 per la Sergio Bonelli Editore, con cui lo stesso Castelli aveva già collaborato sceneggiando delle storie di Zagor e Mister No, Martin Mystère ha contribuito a rivoluzionare la celebre casa editrice di fumetti. Il detective dell'impossibile è stato il fil rouge tra i personaggi storici della Bonelli (Tex, Zagor e Mister No) e quelli della nuova generazione (Dylan Dog, Nathan Never e oltre). Alla mostra del WOW sono presenti diversi cimeli sulla più famosa creazione di Alfredo Castelli: da una riproduzione del suo appartamento di Washington Mews, alla mitica pistola Murchadna, fino alle tavole inedite con gli schizzi iniziali che hanno plasmato i volti di Martin Mystère, del suo assistente Java e della sua eterna fidanzata Diana (tutti realizzati da Giancarlo Alessandrini). La fantasia di Castelli arriva a realizzare finte copertine di fumetti anni trenta e cinquanta con protagonisti Martin Mystère. Lo stesso detective dell'impossibile è anche portato sul grande schermo, con formidabili locandine cinematografiche di epoche storiche diverse che vedono attori come Michael Caine o Aaron Eckhart interpretare l'eroe della Bonelli.

Il personaggio di Martin Mystère da più di 40 anni emoziona e regala pillole di Storia, Letteratura e Arte a generazioni di lettori. È un fumetto che permette approfondimenti culturali come pochi altri; tra i pochi ad aver ottenuto importanti vendite anche oltre i confini nazionali.

La carriera di Castelli ha ormai da tempo superato il mezzo secolo. Questo paffuto milanese con la barba è un infaticabile creatore di emozioni. Al Museo del Fumetto le si può vivere tutte, grazie alla mostra “Castelli & Friends”.

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