La donna del cinquecento veneziano in tutto il suo fascino

Com'era la donna nella penisola italica nel XVI secolo? La risposta è a Milano, a Palazzo Reale, dove fino al 5 giugno prossimo è aperta la mostra “Tiziano e l'immagine della donna nel cinquecento veneziano”.

Il percorso didattico ci immerge nel cinquecento veneziano e non solo: tanti grandi artisti cresciuti sotto la Repubblica Serenissima lavorarono nel corso della loro vita presso le diverse corti che allora contraddistinguevano l'attuale Italia. Su tutti Tiziano Vecellio.

È Tiziano, come fa capire il titolo, la principale attrazione dell'esposizione. Nella sua longeva vita il pittore seppe passare dall'arte rinascimentale classica, ben rappresentata da una “Madonna con bambino” esposta nella prima sala, a un maturo manierismo che apre la strada all'arte barocca.

La mostra avrebbe un pesante punto debole: nella Repubblica di Venezia i ritratti erano rari, ancor più di dame. La politica veneziana non gradiva la celebrazione dei suoi signori, a differenza delle altre corti. Tiziano, per poter dare prova dei suoi ritratti, dovette lavorare fuori dalla repubblica veneziana. Riuscì così a mostrare il suo talento ritraendo Isabella d'Este ed Eleonora Gonzaga della Rovere. Questi due quadri valgono da soli il biglietto della mostra. La prima si fece ritrarre sessantenne, anziana per i canoni dell'epoca. Tiziano la ringiovanì prendendo spunto da vecchi ritratti della stessa Signora di Mantova. L'Eleonora Gonzaga di Tiziano è ieratica ed elegante al tempo stesso. La Duchessa di Urbino ci guarda avvolta dai suoi abiti scuri, tipici del cinquecento, arricchiti da una collana ricca di pietre preziose e anelli che luccicano. Il cagnolino domestico e il paesaggio, tipico elemento della pittura veneziana, completano il capolavoro.

Dalle donne dell'aristocrazia si passa alle “belle veneziane”, attraenti ragazze caratterizzate dal seno scoperto. La prima, in ordine cronologico, è la seriosa “Laura” del Giorgione. Ma la più sexy, un vero e proprio frutto del desiderio, è la “Giovane donna con cappello piumato” di Tiziano. Le donne vennero dipinte dai maestri veneziani anche in coppia, specie in quelle “mal assortite”, dove una giovane ragazza veniva ritratta in compagnia di un vecchio. E partendo da questa tematica si arriva al capolavoro del TintorettoSusanna e i vecchioni”, con i due anziani dipinti non mentre molestano la giovane, ma intenti a spiarla mentre è impegnata nella toeletta, in una grottesca scena degna delle migliori commedie sexy.

Le donne del cinquecento non erano solo oggetti del desiderio sessuale. In piena Controriforma erano anche sante. Nella mostra si possono ammirare una Maria Maddalena del solito Tiziano e ben due Giuditta, una di Lorenzo Lotto e l'altra di Paolo Veronese. “Puttane”, sante ma anche artiste. Nel XVI secolo diverse donne dipingono o scrivono versi. Una di queste è Tullia d'Aragona, che il Moretto, massimo esponente del cinquecento bresciano, ritrae nei panni di Salomè.


Infine la donna nell'arte veneziana è anche legata alla mitologia classica. Tra tutte le divinità dell'antichità, la più raffigurata è Venere. La dea dell'amore più incantevole è quella di “
Venere e Adone” di Tiziano. La dea, raffigurata nuda di spalle, cerca di trattenere Adone in procinto di partire per la battuta di caccia che si rivelerà fatale. I sue corpi si sposano in un'armonia perfetta avvolta dal verde della natura.

La mostra si chiude con “Allegoria della Sapienza”, una delle ultime opere di Tiziano, realizzata quando il maestro veneziano aveva più di 70 anni. Siamo nella seconda metà inoltrata del cinquecento, un secolo che per l'Italia ha segnato l'apogeo e l'inizio del declino dei suoi stati sovrani. L'arte contribuì a tenere alto il nome dei regni italiani. Su tutti Venezia, grazie a maestri della pittura che a Palazzo Reale ci parlano per voce dei loro capolavori. E la protagonista indiscussa della mostra è la donna: bella, vogliosa, casta, giovane, anziana, signora e popolana. Sono tante e diverse tra loro, ma un punto in comune l'hanno: l'essere protagoniste di opere dal valore inestimabile, esposte solitamente al Kunsthistorisches Museum di Vienna o all'Ermitage di San Pietroburgo e oggi eccezionalmente di stanza a Milano.


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