Novunque e la difficoltà di sposare poesia e prosa

Novunque in scena
Dalle fiabe del mondo al palcoscenico, passando per la poesia. Il nuovo lavoro della Compagnia delle Poete “Novunque” ha come fil rouge le tante fiabe e filastrocche delle tante tradizioni che arricchiscono il nostro pianeta. Lo spettacolo è andato in scena al Teatro Menotti e con questo crogiolo di arti è calato il sipario sulla rassegna Innesti, con cui Outis ha voluto avvicinare il teatro alla multiculturali.

Le poetesse si alternano sul palco, recitando brani dei loro lavori. Non è chiara la linea poetica, lo spettatore fatica a cogliere l'essenza di quello che le signore sul palco vogliono comunicare. Tra giochi d'ombra e le flebili note di una fisarmonica, ogni dama di nero vestita alza la voce a tratti, chi per raccontare la libertà di un animale, chi per ricordare le lotte politiche, chi per parlare di amori abbandonati. La regia è assente e le poete gestiscono a modo loro gli spazi. Difficile cogliere il filo conduttore in grado di metterci in sintonia con il tema della multiculturalità di Innesti.

La Compagnia delle Poete nasce nel 2009 da un'idea di Mia Lecomte, per dar vita a una nbuova modalità di trasmissione della parola poetica transnazionale attraverso l'unione con musica e altre arti, restituendo alla sua originaria funzione di oralità condivisa. Le componenti della Compagnia sono tutte donne straniere o italo straniere provenienti dai diversi continenti. In quest'ottica multiculturale e globale si cerca di creare una nuova poesia italiana, influenzata dalle diverse tradizioni linguistiche e culturali e sostenuta e ampliata dai molteplici linguaggi artistici.

Il lavoro complessivo di Innesti ha saputo affrontare attualità e diversità su vari piani, portando interrogativi e anche giudizi rivisti a chi si è seduto in sala ad apprezzare gli spettacoli. Il teatro ha sposato altri generi artistici e il pubblico, stando ai lunghi applausi al termine di ogni serata, ha gradito quest'operazione.


Leonardo Marzorati

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