Picasso Metamorfosi: capire l'arte a Milano
Fino al 17 febbraio prossimo si potrà capire meglio
l'arte di Pablo Picasso visitando Palazzo Reale a Milano.
La mostra "Picasso Metamorfosi" riempie le sale di Palazzo
Reale di opere del grande artista spagnolo e non solo. Perché la metamorfosi
sta proprio nelle altre opere, quelle che i curatori hanno accostato al pittore
del novecento. Come nell'omonimo capolavoro letterario di Ovidio "Le Metamorfosi", questa mostra racconta un'evoluzione. Ad evolversi è l'arte, mutevole nei secoli ma con un fil rouge che ci aiuta a comprenderla.
Si tratta di dipinti, suppellettili, anfore, piatti,
statue e oggetti di uso comune risalenti all'antichità. Oggetti e opere d'arte
realizzati dagli artigiani micenei, greci, romani ed etruschi fanno da
contraltare ai capolavori di Picasso. L'idea della pittura del genio di
Malaga, specie quella degli anni quaranta, cinquanta e sessanta, fa rivivere
reperti archeologici lontani di millenni. O forse, è il contrario: sono le
opere di Picasso ad acquisire maggior anima, se affiancate a quelli che
potremmo definire i loro antenati.
Scopriamo così come sono partiti i tanti studi di Picasso
sulla scomposizione degli oggetti raffigurati. Il pittore prese spunto
dall'arte etrusca, da quella micenea, da quella greca e da
quella romana. L'arte antica risplende a Milano e si trasforma in
capolavori del novecento.
L'arte è una metamorfosi? In alcuni caso gli abbinamenti possono sembrare forzati, come una danza più in debito con il fauvismo di Matisse che con le brocche dipinte dell'Antica Grecia. Per gli organizzatori però, anche queste forzature contribuiscono alla lezione su Picasso. Allo spettatore, anche se non esperto d'arte, non resta che visitare Palazzo Reale e fermarsi su alcuni accostamenti tra un'opera dell'antichità e una di Picasso. Il giudizio finale spetta solo a lui, indipendentemente dalla sue competenze artistiche. Solo così si può capire un pezzetto di storia dell'arte. Sono piccole lezioni, ma la mostra di Milano ne riesce a dare davvero tante. Una per ogni opera.
Leonardo Marzorati
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